Android 5.0 Lollipop – il Robottino Verde si rinnova

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Android 5.0 Lollipop – il Robottino Verde si rinnova

Settimane intense quella appena trascorse per gli appassionati di tecnologia: da una parte, Google ha presentato i nuovi device della linea Nexus e, ancora più importante, la nuova versione del suo Sistema Operativo: Android 5.0, nome in codice “Lollipop”; dall’altra, Apple ha presentato la nuova generazione di iPad, mostrando al mondo iPad Air 2 e iPad Mini Retina 2 (AKA rispettivamente iPad 6 e iPad Mini 3).

Il cambiamento rispetto ad Android 4.x (“Honeycomb” – solo per tablet –, “Ice Cream Sandwich”, “Jelly Bean” e “Kit Kat”) è evidente fin da subito: Google abbandona il tema “Holo” che ha accompagnato tutte le ultime release di Android, e ripropone un restyle grafico (denominato “Material Design”) fresco, moderno, funzionale e con una spiccata coerenza interna. Scordiamoci quindi i colori scuri a cui Android (complice l’adozione di uno schermo AMOLED, ottimo sui toni scuri, su Galaxy Nexus, terminale ideato per presentare Android 4.0 ICS), ci aveva abituati: il Robottino Verde questa volta si veste di bianco, e si adorna dei colori più accesi.

Il restyle grafico propone colorazioni “flat”, e prende a piene mani quanto di buono fatto dalla concorrenza (è innegabile che, pur mantenendo una propria personalità, Lollipop prenda in prestito qualcosa sia da iOS che, soprattutto, da Windows Phone), lo rielabora e lo fa suo. Il risultato è esteticamente molto gradevole, e soprattutto (o almeno queste sono le intenzioni di “Big G”!) sarà implementato a mano a mano da tutte le applicazioni del Play Store, in modo da rendere Android un sistema immediatamente riconoscibile, cosa che alla concorrenza è sempre riuscita molto bene e che Google ha, a nostro avviso, finora troppo trascurato.

Novità anche per il classico menu a tendina, che accompagna il robottino da prima che fosse acquistato da Google: non solo è stato rivisitato esteticamente in linea con la nuova interfaccia, ma offre ora una nuova (e migliorata, sebbene il primo impatto sia stato spaesante!) disposizione delle scorciatoie.

Restyle grafico anche per il menu multitasking, che offre ora un effetto carosello 3D del tutto analogo a quello implementato dalla versione mobile del noto browser Chrome (anch’esso, ricordiamo, un prodotto Google: è infatti il browser di default su Android da 4.1 JellyBean in poi), effetto ripreso peraltro, come già visto, da Samsung per il suo Galaxy Note 4 (che pure monta ancora 4.4.4 KitKat, almeno per il momento).

Tutte nuove anche le app di sistema, che riprendono, come ovvio, il nuovo design, e che comunque sono ancora in fase di aggiornamento (l’uscita di Lollipop è fissata solo per la fine del mese).

Le novità estetiche sono molteplici, e quelle elencate non sono che una minima parte: a voi il piacere di scoprirle tutte quando il sistema sarà disponibile al pubblico!

Quello che più stupisce del nuovo Android, però, non è tanto quello che si vede, quanto quello che c’è sotto: Google ha pensionato definitivamente Dalvik (la macchina virtuale su cui Android girava di default fino ad ora) e presentato ufficialmente ART, che non è proprio la stessa abilitabile dal menu nascosto “Opzioni sviluppatore” presente su Android KitKat, ma è una versione “riveduta e corretta” della stessa, che dà a parità di hardware una miglior fluidità, una gestione più intelligente delle risorse e del multitasking e una maggior durata della batteria.

Aumentate anche le API (Application Programming Interfaces) a disposizione degli sviluppatori, che potranno meglio sfruttare l’hardware fornito dai produttori per creare applicazioni più leggere e stabili, con uno sforzo inferiore.

Aggiunto anche il supporto ai 64 bit, con un po’ di ritardo rispetto alla concorrenza: sarà quindi possibile per le case produttrici distribuire device con quantitativi di RAM superiori ai 3GB (buffo che detta concorrenza in realtà non sfrutti a pieno le potenzialità dei 64 bit, dal momento che i prodotti della Mela non arrivano certo a superare detta soglia!).

OS disponibile quindi a fine mese per tutta la gamma Nexus da Nexus 7 (2013) in poi; inoltre, molte case produttrici hanno già annunciato quali dei propri device verranno portati al nuovo Sistema Operativo di Google, e l’aggiornabilità o meno a Lollipop, a nostro avviso, dovrà essere un parametro da prendere in seria considerazione nel momento in cui si intende acquistare un nuovo dispositivo in questo periodo.

Come detto, però, Google non ha presentato solamente il nuovo OS, ma anche tre nuovi dispositivi della gamma Nexus: Nexus 6 (prodotto da Motorola), Nexus 9 (prodotto da HTC, che torna in famiglia dopo anni di assenza: dell’azienda taiwanese era infatti il primo, storico device Nexus: Nexus One!) e un inedito Nexus Player, ovvero un mini-HTPC con OS Android (in parte forse “erede spirituale” del flop Nexus Q, di cui pochi si ricorderanno).

Nexus 6 – primo phablet made in Google

Nexus 9 – ritorno di HTC nella famiglia Nexus  tablet

NEXUS PLAYER   

 

CONSIDERAZIONI E CONCLUSIONI:

 

Google in questi anni ha mostrato in diverse occasioni di essere un’azienda proiettata verso il futuro, dalla mentalità aperta (il film “Gli Stagisti” è una vera e propria ode che Hollywood fa alla “Googleness” – in italiano suonerebbe come “Googlitudine”!) e ricca di spunti e risorse.

La corposa presentazione di quest’anno non fa che confermare queste impressioni, a nostro avviso.

Alcuni hanno espresso scetticismo quando l’azienda di Mountain View ha presentato tre dispositivi basati su tre piattaforme hardware diverse (ARM per Nexus 6, ARM a 64 bit per Nexus 9 e x86 per Nexus Player), sostenendo che questo avrebbe fatto perdere in coerenza ad Android.

A costoro diciamo invece che la scelta di Google è più che mai saggia: non parliamo di un sistema come iOS in cui un’unica azienda (parliamo di Apple ovviamente) produce hardware e software internamente, e per cui è un toccasana avere un numero di piattaforme hardware che sia il più ridotto possibile. Al contrario, Android è concepito per funzionare su tutti gli hardware disponibili, e si offre al produttore il sistema operativo, lasciando la libertà per la scelta dei componenti.

Questo significa quindi che Google dimostra empiricamente ed in prima persona agli sviluppatori come Android sia un sistema più che mai flessibile, adattabile e che possa essere cucito su misura su qualsiasi architettura ad oggi disponibile: un ottimo incentivo ad adottare il sistema del Robottino Verde – che peraltro non richiede il pagamento di alcuna licenza – al posto di prodotti della concorrenza (non ci riferiamo a iOS, che è appannaggio della sola Apple, ma piuttosto all’ecosistema di Microsoft) quale che sia l’hardware di cui si intende dotare il prodotto finale.

Sperando di vedere presto la versione definitiva (come detto, si dovrebbe parlare di fine mese), non possiamo che rimanere quindi affascinati ed incuriositi da Lollipop e dalla nuova gamma Nexus!

2014-10-30T17:48:08+00:00 ottobre 30th, 2014|Tecnologia e Software|